Pagina:Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf/145

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Egli fermato il luminofo cocchio,
Divinamente avanti me lampeggia
Prima tre volte, e gli occhi mici fofpende*
Io fon, poi dice, io fon, ben mi ravvili,
De gli umani intelletti il primo obbietto,

10 la fonte del bene, in cui l’umano
Desìo s’accheta, io Pimmutabil VERO.
Non io di colafsu, dove m’alberga

Nel beato fereno il Tempio immenfo
De’Divi» e degli Eroi, facil difcendo:
Ne le fembianze mie, che mal conofce,
Al vaneggiarne vulgo aprir mi degno .
Venni a te, perche udii, che fulle corde
Della lira Dircea, cui diede Euterpe

11 fuono emulator dei chiari Nomi,

Un Nome tenti, in cui fpirar ben deggio
Tutta la luce mia , talché t’ammiri
Quella, e qualunque età, che fia col giro
De’rinafcenti fecoli, e del Sole,
L’obliquo corfo a mifurar più tarda.
Nò del Parnaffo tuo, come mal fogna
L’ignara turba, a me le verdi felve
Ignote fono. Amo le Dee forelle,