A i bei lavori, ed a i femminei studj
Non ha Minerva, ove o Costei le tele 160Pinga con 1’ago, o per gentil diporto
Tratti le molli sete, o i bianchi lini,
Che a l’Italiche Nuore ardito porta
Olandese Nocchier su negro abete.
Fà, ch’Ella poi di colorir s’ingegni 165In breve carta con pennello industre
La difficil de i fior natia vaghezza,
Dirai, che al paragon rose sì elette,
Benchè d’eterni zefiri gioisca,
Metter non può l’Amatuntea pendice. 170Per Lei Tu in Cirra lungo il dotto fonte,
Concesso a pochi, che con fausto viso
Nascer mirò Melpomene divina,
Sedendo stai del suo gran Padre a fianco,
Cigno animoso, che con franche piume 175Su ’l Taro s’erge, e fra gli Dei si mesce.
Tu seco il nome, e seco unisci gli Avi,
Seco i sudor Dircei, seco dividi
L’Etrusca lira, e 1’onerato alloro.
Oh! dal seggio di Giove, ov’ Ella regna, 180Odami l’alta Giuno, a cui fur date