Pagina:Viaggio Da Milano Ai Tre Laghi.djvu/107

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Varzo, Dovedro. 91

zione relativa al viaggio di Cesare; e sebbene questa sia forse supposta, certo è però che narra egli stesso1 d’aver fatta adattare al trasporto delle merci dalla Gallia Cisalpina alla Transalpina, questa via delle Alpi. Il mentovato marmo forma un ampio strato inclinato che attraversa il fiume, e da esso son tratte le otto colonne, di circa undici metri di altezza, destinate al grand’arco sull’ingresso della strada Napoleona (del Sempione) in Milano. Questo marmo, come la dolomia, strofinato nell’oscurità è fosforico.

    da’ moderni, cioè di rostro d’uccello e di capro. Per l’uno Svetonio in Vitellio, parlando di Antonio nato in Tolosa, c’insegna cui cognomen in pueritia becco fuerat: id valet gallinacei rostrum. Per l’altro basta il cippo anzidetto, nel cui frontispizio vi ha il capro o becco, simbolo che vivo ancora si fece il sepolcro, perchè avea nome Boccone, ciò che confermasi con varj esempli. Narra Plinio che Sauro e Batraco nelle Spire di certe colonne da essi lavorate incisero la lucertola ed il ranocchio per indizio del loro nome; scrive Lattanzio che la meretrice Leaena fu scolpita in forma di Lionessa, e Venatore nel Museo Veronese ha effigiata sull'epitaffio una caccia; Tito Statilio Apro mostra un cinghiale in Grutero; Publio Elio Tauro un toro in Fabretti; anzi nelle monete Voconio Vitulo ha un vitello, Furio Crassipede un piede, Publicio Malleolo un martello; sopra di che si consultino da chi più desidera i numismatici e i trattatori di epigrafia (Nota tratta da un esemplare di questo viaggio postillato dal sig. dott. Gio. Labus).

  1. Commentar. Lib. I