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Val Maggia. 115

vigna palificata di granito venato o sia beola, ma talora troppo angusti per chi è a cavallo. Si ha pur sovente a fianco la roccia micacea di varia composizione, e sempre a strati quasi verticali.

Dopo una breve mezz’ora di cammino la strada sale, e si sta su una specie di cornice, sotto cui vedesi a picco il fiume. Qui la roccia è a strati ondati e quasi orizzontali. Di là, guardando l’alto della valle, veggonsi gli sporti della montagna che, tagliata dal fiume, forma angoli salienti corrispondenti ai rientranti; e tutto il dosso de’ monti è coperto di foreste, le quali sono di molto prodotto a quegli abitatori, che col legname vendono la loro fatica e la loro industria.

Si giugne in un quarto d’ora a Coglio, e quindi a Giumaglio, prima della qual terra si passa sur un elevato e largo ponte d’un sol arco, costruito sopra una bella cascata, presso cui vedesi la roccia micacea quasi sempre a strati verticali. Poco più di un miglio dista da Giumaglio Sumeo, terra sino alla quale la valle è larga e coltivata, e poi si ristringe; e la strada portasi sullo scoglio di granito venato.

Si tragitta sur un battello la Maggia per andare a Cevio, capo luogo della valle. Ivi, chi vuol andare in val Formazza pel passo della Forca del Bosco, abbandona il ramo