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130 Cristalli.

volette, o prismi tetraedri compressi, attaccabili all’acciajo sulle facciate, e durissime sulle coste. 8. Parlammo già delle sappare e granatiti, che spesso trovansi miste alle cianiti. L’adularia fatta conoscere dal nostro cav. Pini, Werner la chiamò poi lunaria, perchè ha molti rapporti colla pietra di questo nome; e somiglia pure alla pietra di Labrador, se non che ha men vivi colori.

De’ cristalli ve n’è grandissima copia. 1. I più comuni sono cristalli di rocca. Leggesi che uno sen trovò sì grosso da doversi trasportare sur un carro; e di più, che certa vetta di monte è formata d’un sol cristallo; ma, omettendo le favole, certo è che ne’ nostri monti ve ne sono de’ grossi assai, e che da molti secoli è in fiore presso di noi l’arte di lavorare de’ grandi cristalli di rocca per farne scatole e altri vasi, e lampadarj e ornati d’ogni maniera. Ve n’ha de’ limpidissimi, che sono i più ricercati pei lavori; ma i naturalisti vanno in traccia non solo de’ colorati in roseo, giallognolo, color di fumo e neri, ma più ancora di quelli che contengono corpi estranei, come sorli, asbesti, aghi di titano, terre e metalli, e anche gocce d’acque. Quei che credon vedervi dei corpi animali, o vegetali, s’ingannano. 2. I cristalli di feldspato opachi non erano conosciuti presso di noi prima che il cav. Pini desse una celebri-