Pagina:Viaggio Da Milano Ai Tre Laghi.djvu/214

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198 Industria, coltivazione.

sogliono andar a vendere la loro industria altrove, e convien dire che sian essi de’ più ingegnosi, poichè in generale essi sono che costruiscono i barometri, i termometri ed altri stromenti di fisica, anche nuovi, alla portata comune, a misura che vengono inventati. Non si limitano però a questo solo, ma abbracciano, a norma delle circostanze e delle loro forze, ogni genere di commercio. Quindi è che tornando alla patria, or con poche or con molte ricchezze, vogliono acquistare ivi de’ fondi, e a tenuissima rendita impiegano i loro capitali; e molto spendono inoltre per rendere fruttiferi i loro terreni, perlochè con gran cura sono coltivati. Vero è che appena un decimo de’ maschj resta in paese, tranne l’inverno che vengonvi a passare ad ogni biennio; ma le donne laboriose e forti ai lavori campestri suppliscono, poco estesi essendo i loro fondi. E’ da notarsi però che dopo la rivoluzione francese, cominciata nel 1789, minore è divenuta l’emigrazione degli abitatori de’ nostri monti.

Le vette sono a boschi e a prati, sovente comunali. Il mezzo, nelle buone esposizioni, è a castagni, e nella parte più bassa è a viti, ad alberi fruttiferi, a gelsi, ad ulivi e ad agrumi. Questi però vogliono essere coperti e riparati nell'inverno. Gli ulivi erano negli scorsi secoli molto più abbondanti che ora