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Varese, Gavirate, Laveno. 35

Longobardi. Molte vetuste epigrafi e sculture ch’erano a Varese e nei dintorni furono raccolte da un Archinto, e portate in città, come s’è detto.

Il naturalista che sin colassù giunge, osserverà come la coperta del monte è di sasso calcare, talora con corpi marini, del quale son fatte molte colonne delle cappelle. Nel monte che sta rimpetto sopra Rasa, detto la Chiusarella, vedrà come il calcareo bianchissimo è stato posteriormente appoggiato al rosso granito porfido. Sotto il monticello di Pugazzano v’è una grotta, donde molto alabastro fu cavato. L’acqua, che serve al monistero e alla fonte nello stradone, vien dal vicin monte, risalendo dopo d’essersi abbassata.

Da Varese vassi a Laveno, paese posto rimpetto al seno della Tosa, in cui stanno le Isole Borromee. La strada non è che di quattordici miglia, che ora, per essere stata riattata, sembrano men lunghe. Si passa per vari paesi. A Masnago trovossi, alcuni anni fa, della buona argilla, e degli antichi vasi di essa fatti con bel disegno. Ottima è pure l’argilla del sottoposto Calcinate. Da Masnago sale a Robarello chi vuol vedere la Madonna del Monte prima di Varese, allorchè viene da Laveno. Si giunge a Colciago, ov’elegante casa e bei giardini si preparò il cel. nostro aereonauta sig. Paolo Andreani; ma ora