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34 Da Gallarate alle Isole per Varese.

Certo è che alcuni preti vi facevano le sacre funzioni nel secolo xv; che due donne accese d’amor divino essendosi ritirate in que’ contorni a far vita romita e santa, cioè la B. Cattarina de’ Ruffini, che altri dice de’ Morigi, e la B. Giuliana de’ Cassini, indussero l’arciprete a ceder loro il luogo e le ricche entrate; il che fu fatto, e divenne quell’arcipretura un monistero di monache1. La santità delle fondatrici apportò al luogo sommo concorso ed infinite ricchezze. Fabbricaronsi quindi le cappelle e la chiesa con tutta magnificenza. Or il monistero è soppresso: parte serve a due alberghi, e il resto alle ex-monache, che non vietano di vedervi le reliquie delle Fondatrici.

Paese antico è pur Varese, sebben poco ne parlino le storie vetuste. Figurò nel tempo delle fazioni con quei di Castel Seprio, e fu distrutto dai Comaschi. Bella a vedersi è la torre di San Vittore, dalla quale si ha una magnifica vista. La Cavedra, monistero altre volte degli Umiliati, è il più vetusto edifizio che siavi dopo l’ottangolare chiesa del battistero, che vuolsi contemporanea ai

    recava il danno ai pastori, succhiando le vacche; e alla spoglia di quello che aver non si potè, fu sostituita quella del cocodrillo.

  1. Topografia della Pieve d’Arcisate di Nicolò Sormani. Milano, 1728.