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Pagina:Viaggio Da Milano Ai Tre Laghi.djvu/59

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Granito di Baveno e dei dintorni. 45


In tutto il granito di Baveno e de’ contorni veggonsi i tre componenti, quarzo, mica e feldspato. Questo or è bianco ora carneo, è da ciò risulta la differenza fra i graniti di Baveno e Feriolo (che è una continuazione del primo), e quello di Montorfano, monte granitoso, e così detto perchè isolato, cinto essendo quasi interamente dalla Tosa e dal laghetto di Margozzo. Di color rosso, o piuttosto persichino sono i primi, e bianco il secondo. Quelli son più duri e più belli, e talor non invidiano il granito orientale; ma questo, in cui il feldspato ha un occhio terroso, ed è sovente anche deturpato dalla decomposizione delle piriti marziali, sta in più comodo luogo, e più ampie tavole se ne staccano.

Il modo di tagliare il granito, malgrado la sua durezza, è semplicissimo. Se un grosso masso si vuole in due dividere, si fanno dei cavi opportuni a giuste distanze, cioè d’un piede e mezzo, profondi un piede e larghi tre pollici, ne’ quali s’immergono a forza i cunei di legno fra due lastre di ferro. Ma ove un masso deve in minori pezzi dividersi, servibili agli usi comuni, allora cercando le sottili vene di cui parlai, con piccoli cunei moltiplicati si compie l’opera, come far si suole in ogni altra miniera di pietre e di marmi.