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86 VIAGGIO

l’arte sua1. M’attenni dunque al necessario partito di comperarmene una bella e fatta a sua stima.

Ma terrà egli poi questo riccio? amico, ho paura, diss’io — Lo tuffi, ei replicò, nell’oceano, e terrà —

Vedi come ogni cosa in questa città è graduata con una grandissima scala!2 — «L’immersione del riccio in un secchio d’acqua» sarebbe l’estremo termine dell’idee di un perrucchiere di Londra — che divario! il tempo e l’eternità.

Io mi professo capitalmente nemico dell’immagini grette e de’ freddi pensieri che le producono; e tanto le opere grandi della Natura m’allettano sempre alla maraviglia, che, s’io m’at-

  1. Un capomastro campagnuolo, ch’io so, condotto a ristaurare un ponte già fabbricato da’ matematici, e poscia per venti anni, con evidentissimi calcoli e con mezza l’entrata delle gabelle annue del comune, rifabbricato da’ matematici, disse: «Ch’egli non s’attentava di competere co’ dottori di matematica, e dall’altra parte si vergognava di metter mano a un edifizio sì mal piantato». — Il che in parte spiega le ragioni alquanto ambigue del barbiere francese.
  2. Scala: traslato dalla geografia; ed è la misura graduata corrispondente agli spazii delineati nelle tavole.