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SENTIMENTALE 125

risposi ringraziandolo dell’esibizione, che non mi starò tre giorni in Parigi, e che non m’ingegni di dire o di fare tra bene e male in guisa che io mi trovi custodito nella Bastille dove almen per due mesi il re di Francia mi farà tutte le spese? — Scusatemi, disse Eugenio tra’ denti; infatti io non aveva posto mente a questo sussidio.

Il caso ch’io aveva invitato da burla, picchiò al mio uscio davvero.

Or fu egli forse pazzia? spensieratezza? filosofia? pervicacia? — che fu egli mai, per cui quando La Fleur mi lasciò solo co’ miei pensieri, non v’era verso che potessi darmi ad intendere ch’io non doveva pensare come io aveva parlato ad Eugenio?

— E quanto alla Bastiglia! il terrore sta nel vocabolo — Datti anche per disperato, diss’io, la Bastiglia non è se non un vocabolo invece di torre; e torre un altro in vece di casa donde non hai forza d’uscire — miserere de’ podagrosi! ci sono due volte l’anno — ma con nove lire al giorno, carta, penna, calamajo e pazienza tu puoi ben anche a uscio chiuso passartela ragionevolmente — non foss’altro, per un mese, un mese e mezzo; dopo di che, se tu se’ un uomo dabbene, l’innocenza

 
 
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