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La Fleur tornò mezzo smorto dicendo, che il venditore de’ pâtes era un chevalier de St. Louis — Ti pare! La Fleur! — Nè La Fleur sapeva indovinare il fenomeno — ma non v’è da dire; l'ho veduto io, e la croce è legata in oro, diceva La Fleur; ed appesa con la fettuccia rossa all’occhiello; ho guardato nel canestro, e ci sono i pasticcettì; e chi li vende è quel chevaller: non isbaglio.
Tanto rovescio nella vita d’un uomo eccita nell'altr’uomo un istinto ben diverso dalla curiosità; e mi fu forza di considerarlo per un pezzo dalla carrozza — ed esso e la croce e il canestro mi s’imbrogliavano sempre più nel cervello — smonto e me gli accosto.
Era cinto d’un politissimo grembiule di tela che gli cascava oltre il ginocchio; il pettorino del grembiule gli arrivava a mezzo il petto; e dalla cima del pettorino, e un po’ sotto l’orlo, pendeva la croce. Il canestro e i pasticcetti erano coperti d’un tovagliuolo bianchissimo damascato, e un altro consimile era disteso nel fondo; e vedevi tal apparato di propreté e di nitidezza, che tu potevi comperare de’ suoi paté tanto per appetito quanto per sentimento.
Nè io gliFonte/commento: 274 esibiva a veruno ma stava sempre sul