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VIAGGIO
 


tro louis d’or, io non avrei saputo alzarmi a mostrarle la porta fino a che io non ne avessi spesi tre in un pajo di manichini.

Ma l’oste farà a mezzo con lei — Che mi fa a me? — Pago come tanti altri pagarono prima di me per un atto a cui mancava ad essi il potere o la volontà.


LV. L’ENIGMA

parigi


La Fleur nel servirmi a cena, mi riferì che l’albergatore era tutto compunto dell’affronto fattomi d’intimarmi che mi provvedessi d’alloggio.

Chi sa cosa sia una notte ben riposata, non si corica, per quant’ei può, con l’animo ruggine — Onde ingiunsi a La Fleur, che rispondesse all’albergatore, che rincresceva a me pure d’avergliene data occasione — e lasciagli intendere, se pure a te così pare, La Fleur, che se mai quella fanciulla tornasse, non la vedrò.

Io non mi dava questa mortificazione per amore dell’oste; bensì perch’io feci proponimento di non più ritentare il pericolo di cui mi sentiva tuttavia la paura; e continuare i miei viaggi accompagnato dalla virtù che io aveva recata meco in Parigi.