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SENTIMENTALE
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coglieva e pregavami ch’io sedessi a desco con loro — il mio cuore, al primo entrar nella stanza vi s’era già seduto da sè — mi vi posi come figliuolo di casa; e per assumerne quanto più presto io poteva il carattere, richiesi il vecchio del suo coltello; e mi tagliai una fetta di quel pane, e allor tutti gli occhi mi significarono il ben venuto; ed all’oneste accoglienze di quegli sguardi erano misti i ringraziamenti del non averne io dubitato.

Fu egli questo? — o Natura! dimmelo tu — o fu egli alcun altro il motivo che mi condiva si saporitamente quel pane? — o per quale incantesimo ogni sorso del vino ch’io attingeva da quel loro fiasco, m’imbalsamava di tal voluttà che io la sento fino a quest’oggi sul mio palato?

E s’ebbi cara la cena — assai più care mi riescirono le grazie che se ne resero al cielo.


LXVIII. LE GRAZIE

Però che il vecchio picchiò del manico del suo coltello sul desco — e fu a tutti segnale che s’allestissero al ballo.

E le fanciulle e le donne corsero in fretta alle prossime camere a rannodarsi le trecce — e i giovinotti presso la porta a ripulirsi il viso nellafon-

 
 
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