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degli elementi 107


XCIII

288Poiché la porta degli onori nelle repubbliche popolari tutta si è con le leggi aperta alla moltitudine avara che vi comanda, non resta altro in pace che contendervi di potenza non giá con le leggi ma con le armi, e per la potenza comandare leggi per arricchire, quali in Roma furon l’agrarie de’ Gracchi; onde provengono nello stesso tempo guerre civili in casa ed ingiuste fuori.

289Questa degnitá, per lo suo opposto, conferma per tutto il tempo innanzi de’ Gracchi il romano eroismo.

XCIV

290La naturaL libertá è piú feroce quanto i beni piú a’ propi corpi son attaccati, e la civiL servitú s’inceppa co’ beni di fortuna non necessari alla vita.

291Questa degnitá, per la prima parte, è altro principio del naturaL eroismo de’ primi popoli; per la seconda, ella è ’l principio naturale delle monarchie.

XCV

292Gli uomini prima amano d’uscir di suggezione e disiderano ugualitá: ecco le plebi nelle repubbliche aristocratiche, le quali finalmente cangiano in popolari. Dipoi si sforzano superare gli uguali: ecco le plebi nelle repubbliche popolari, corrotte in repubbliche di potenti. Finalmente vogliono mettersi sotto le leggi: ecco l’anarchie, o repubbliche popolari sfrenate, delle quali non si dá piggiore tirannide, dove tanti son i tiranni quanti sono gli audaci e dissoluti delle cittá. E quivi le plebi, fatte accorte da’ propi mali, per truovarvi rimedio vanno a salvarsi sotto le monarchie; ch’è la legge regia naturale con la quale Tacito legittima la monarchia romana sotto di Augusto, «qui cuncta, bellis civilibus fessa, nomine ‘principis’ sub imperium accepit».