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108 | libro primo - sezione seconda |
XCVI
293Dalla natia libertá eslege i nobili, quando sulle famiglie si composero le prime cittá, furono [fatti] ritrosi ed a freno ed a peso: ecco le repubbliche aristocratiche nelle qual’i nobili son i signori. Dappoi, dalle plebi, cresciute in gran numero ed agguerrite, indutti a sofferire e leggi e pesi egualmente coi lor plebei: ecco i nobili nelle repubbliche popolari. Finalmente, per aver salva la vita comoda, naturalmente inchinati alla suggezione d’un solo: ecco i nobili sotto le monarchie.
294Queste due degnitá con l’altre innanzi, dalla sessantesimasesta incominciando, sono i principi della storia ideal eterna la quale si è sopra detta.
XCVII
295Si conceda ciò che ragion non offende, col dimandarsi che dopo il diluvio gli uomini prima abitarono sopra i monti, alquanto tempo appresso calarono alle pianure, dopo lunga etá finalmente si assicurarono di condursi a’ lidi del mare.
XCVIII
296Appresso Strabone è un luogo d’oro di Platone, che dice, dopo i particolari diluvi ogigio e deucalionio, aver gli uomini abitato nelle grotte sui monti, e gli riconosce ne’ polifemi, ne’ quali altrove rincontra i primi padri di famiglia del mondo; dipoi, sulle falde, e gli avvisa in Dardano che fabbricò Pergamo, che divenne poi la ròcca di Troia; finalmente, nelle pianure, e gli scorge in Ilo, dal quale Troia fu portata nel piano vicino al mare e fu detta Ilio.
XCIX
297È pur antica tradizione che Tiro prima fu fondata entro terra, e dipoi portata nel lido del mar fenicio; com’è certa