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110 libro primo - sezione seconda


parte del mondo e per la scarsezza allora degli uomini, non avevano niuna necessaria cagione d’abbandonare, quando non è natural costume ch’i paesi natii s’abbandonino per capriccio.

CI

302I fenici furono i primi navigatori del mondo antico.

CII

303Le nazioni nella loro barbarie sono impenetrabili, che o si debbono irrompere da fuori con le guerre, o da dentro spontaneamente aprire agli stranieri per l’utilitá de’ commerzi. Come Psammetico aprí l’Egitto a’ greci dell’Ionia e della Caria, i quali, dopo i fenici, dovetter essere celebri nella negoziazione marittima; onde, per le grandi ricchezze, nell’Ionia si fondò il tempio di Giunone samia e nella Caria si alzò il mausoleo d’Artemisia, che furono due delle sette maraviglie del mondo. La gloria della qual negoziazione restò a quelli di Rodi, nella bocca del cui porto ergerono il gran colosso del Sole, ch’entrò nel numero delle maraviglie suddette. Cosí il Chinese, per l’utilitá de’ commerzi, ha ultimamente aperto la China a’ nostri europei.

304Queste tre degnitá ne danno il principio d’un altro etimologico delle voci d’origine certa straniera, diverso da quello sopra detto delle voci natie. Ne può altresí dare la storia di nazioni dopo altre nazioni portatesi con colonie in terre straniere. Come Napoli si disse dapprima Sirena con voce siriaca — ch’è argomento che i siri, ovvero fenici, vi avessero menato prima di tutti una colonia per cagione di traffichi; — dopo si disse Partenope con voce eroica greca, e finalmente con lingua greca volgare si disse Napoli — che sono pruove che vi fussero appresso passati i greci per aprirvi societá di negozi. — Ove dovette provenire una lingua mescolata di fenicia e di greca, della quale, piú che della greca pura, si dice Tiberio imperadore essersi dilettato. Appunto come ne’ lidi di