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degli elementi 111


Taranto vi fu una colonia siriaca detta Siri, i cui abitatori erano chiamati «siriti», e poi da’ greci fu detta Polieo, e ne fu appellata Minerva «poliade», che ivi aveva un suo tempio.

305Questa degnitá altresí dá i principi di scienza all’argomento di che scrisse il Giambullari: che la lingua toscana sia d’origine siriaca. La quale non potè provenire che dagli piú antichi fenici, che furono i primi navigatori del mondo antico, come poco sopra n’abbiamo proposto una degnitá; perché, appresso, tal gloria fu de’ greci della Caria e dell’Ionia, e restò per ultimo a’ rodiani.

CIII

306Si domanda ciò ch’è necessario concedersi: che nel lido del Lazio fusse stata menata alcuna greca colonia, che poi, da’ romani vinta e distrutta, fusse restata seppellita nelle tenebre dell’antichitá.

307Se ciò non si concede, chiunque riflette e combina sopra l’antichitá, è sbalordito dalla storia romana ove narra Ercole, Evandro, arcadi, frigi dentro del Lazio, Servio Tullio greco, Tarquinio Prisco figliuolo di Demarato corintio, Enea fondatore della gente romana. Certamente le lettere latine Tacito osserva somiglianti all’antiche greche, quando a’ tempi di Servio Tullio, per giudizio di Livio, non poterono i romani nemmeno udire il famoso nome di Pittagora, ch’insegnava nella sua celebratissima scuola in Cotrone, e non incominciaron a conoscersi co’ greci d’Italia che con l’occasione della guerra di Taranto, che portò appresso quella di Pirro co’ greci oltramare.

CIV

308È un detto degno di considerazione quello di Dion Cassio: che la consuetudine è simile al re e la legge al tiranno; che deesi intendere della consuetudine ragionevole e della legge non animata da ragion naturale.