Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. I, 1928 – BEIC 1964037.djvu/17

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idea dell’opera


sono menti, o per gli profeti de’ quali parlava Iddio alle menti) egli avvisava le cose avvenire al suo popolo — come immaginata appresso i gentili — i quali fantasticarono i corpi esser dèi, che perciò con segni sensibili avvisassero le cose avvenire alle genti, — fu universalmente da tutto il gener umano dato alla natura di Dio il nome di «divinitá» da un’idea medesima, la quale i latini dissero «divinari», «avvisar l’avvenire»; ma con questa fondamentale diversitá che si è detta, dalla quale dipendono tutte l’altre (che da questa Scienza si dimostrano) essenziali differenze tra ’l diritto natural degli ebrei e ’l diritto natural delle genti, che i romani giureconsulti diffinirono essere stato con essi umani costumi dalla divina provvedenza ordinato. Laonde ad un colpo, con sì fatto lituo, si accenna il principio della storia universal gentilesca, la quale, con pruove fisiche e filologiche, si dimostra aver avuto il suo cominciamento dal diluvio universale; dopo il quale, a capo di due secoli, il Cielo (come pure la storia favolosa il racconta) regnò in terra e fece de’ molti e grandi benefici al gener umano, e, per uniformitá d’idee tra gli orientali, egizi, greci, latini ed altre nazioni gentili, sursero egualmente le religioni di tanti Giovi. Perché, a capo di tanto tempo dopo il diluvio, si pruova che dovette fulminare, tuonare il cielo, e da’ fulmini e tuoni, ciascuna del suo Giove, incominciarono a prendere tai nazioni gli auspici (la qual moltiplicitá di Giovi, onde gli egizi dicevano il loro Giove Amimone essere lo piú antico di tutti, ha fatto finora maraviglia a’ filologi); e con le medesime pruove se ne dimostra l’antichitá della religion degli ebrei sopra quelle con le quali si fondaron le genti, e quindi la veritá della cristiana.

10Sullo stesso altare, appresso il lituo, si vede l’acqua e ’l fuoco, e l’acqua contenuta dentro un urciuolo; perché, per cagione della divinazione, appresso i gentili provennero i sacrifizi da quel comune loro costume ch’i latini dicevano «procurare auspicia», o sia sagrificare per ben intendere gli augúri a fin di ben eseguire i divini avvisi, ovvero comandi di Giove. E queste sono le divine cose appresso i gentili, dalle quali provvennero poscia loro tutte le cose umane.