Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. I, 1928 – BEIC 1964037.djvu/225

Da Wikisource.

della morale poetica 219


esse la venere umana al coverto, nascostamente, cioè a dire con pudicizia; e si incominciarono a sentir pudore, che Socrate diceva esser il «colore della virtú». Il quale, dopo quello della religione, è l’altro vincolo che conserva unite le nazioni, siccome l’audacia e l’empietá son quelle che le rovinano.

505In cotal guisa s’introdussero i matrimoni, che sono carnali congiugnimenti pudichi fatti col timore di qualche divinitá, che furono da noi posti per secondo principio di questa Scienza, e provennero da quello, che noi ne ponemmo per primo, della provvedenza divina. E uscirono con tre solennitá.

506La prima delle quali furono gli auspici di Giove, presi da que’ fulmini onde i giganti indutti furono a celebrargli. Dalla qual sorte appo i romani restò il matrimonio diffinito «omnis vitae consortium», e ne furono il marito e la moglie detti «consortes», e tuttavia da noi le donzelle volgarmente si dicono «prender sorte» per «maritarsi». Da tal determinata guisa e da tal primo tempo del mondo restò quel diritto delle genti: che le mogli passino nella religion pubblica de’ lor mariti, perocché i mariti incominciarono a comunicare le loro prime umane idee con le loro donne dall’idea d’una loro divinitá, che gli sforzò a strascinarle dentro le loro grotte; e sí questa volgar metafisica incominciò anch’ella in Dio a conoscer la mente umana. E da questo primo punto di tutte le umane cose dovettero gli uomini gentili incominciar a lodare gli dèi, nel senso, con cui parlò il diritto romano antico, di «citare» e «nominatamente chiamare»; donde restò «laudare auctores», perché citassero in autori gli dèi di tutto ciò che facevan essi uomini: che dovetter esser le lodi ch’apparteneva agli uomini dar agli dèi.

507Da questa antichissima origine de’ matrimoni è nato che le donne entrino nelle famiglie e case degli uomini co’ quali son maritate; il qual costume natural delle genti si conservò da’ romani, appo i quali le mogli erano a luogo di figliuole de’ lor mariti e sorelle de’ lor figliuoli. E quindi ancora i matrimoni dovettero incominciare non solo con una sola donna, come fu serbato da’ romani (e Tacito ammira tal costume ne’