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della politica poetica 279


che osservarono i greci in Saturnia. Ma, se tal cittá de’ sabini si disse Cere (lo che vogliono i latini gramatici), deono (qui vedasi che contorcimento d’idee!) piú tosto esser i «ceriti», ch’erano cittadini romani condennati da’ censori a portar i pesi senza aver alcuna parte degli onori civili; appunto come furono le plebi, che poi si composero de’ famoli nel nascere, come or or vedremo, dell’eroiche cittá. Nel corpo delle quali dovettero venir i sabini, in que’ tempi barbari che le cittá vinte si smantellavano (lo che i romani non risparmiarono ad essa Alba, lor madre), e gli arresi si disperdevano per le pianure, obbligati a coltivar i campi per gli popoli vincitori: che furono le prime provincie, cosí dette quasi «prope victae» (onde Marcio, da Corioli ch’aveva vinto, fu detto Coriolano); per l’opposto onde furon dette le «provincie ultime», perché fussero «procul victae». Ed in tali campagne si menarono le prime colonie mediterranee, che con tutta propietá si dissero «coloniae deductae», cioè drappelli di contadini giornalieri menati, da su, giú; che poi nelle colonie ultime significarono tutto il contrario, ché, da’ luoghi bassi e gravi di Roma, ove dovevan abitar i plebei poveri, erano questi menati in luoghi alti e forti delle provincie, per tenerle in dovere, a far essi i signori e cangiarvi i signori de’campi in poveri giornalieri. In cotal guisa, al riferire di Livio, che ne vide solamente gli effetti, cresce Roma con le rovine di Alba, e i sabini portano in Roma a’ generi, in dote delle loro rapite figliuole, le ricchezze di Cere, come sopra ciò vanamente riflette Floro. E queste sono le colonie innanzi a quelle che vennero dopo l’agrarie de’ Gracchi, le quali lo stesso Livio riferisce che la plebe romana, nelle contese eroiche che esercita con la nobiltá, o sdegna o piú con esse si aizza, perché non erano della fatta dell’ultime; e perché di nulla sollevavano la plebe romana, e Livio truova pure con quelle seguir le contese, vi fa tali sue vane riflessioni.

596Finalmente che Minerva significato avesse ordini aristocratici armati, ci si appruova da Omero ove, nella contesa, narra che Minerva con un colpo di sasso ferisce Marte, che noi sopra