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298 libro secondo - sezione quinta - capo quarto


dell’armi; e che poi passò al popolo composto ancor di plebei, divenuta Roma repubblica popolare. Perché della plebe, la qual non ebbe dapprima cotal diritto, le ragunanze furon dette «tribute» da «tribus», «la tribú»; ed appo i romani, siccome nello stato delle famiglie esse «famiglie» furon dette da’ «famoli », cosí in quello poi delle cittá le tribú, intesesi de’ plebei, i quali vi si ragunavano per ricevere gli ordini dal regnante senato; tra’ quali, perché fu principale e piú frequente quello di dover i plebei contribuir all’erario, dalla voce «tribú» venne detto «tributum».

626Ma, poi che Fabio Massimo introdusse il censo, che distingueva tutto il popolo romano in tre classi secondo i patrimoni de’ cittadini — perché, innanzi, i soli senatori erano stati cavalieri, perché i soli nobili a’ tempi eroici avevano il diritto dell’armeggiare, [e] perciò la repubblica romana antica sopra essa storia si legge divisa tra «patres» e «plebem»; talché tanto aveva innanzi significato «senatore» quanto «patrizio», ed all’incontro tanto «plebeo» quanto «ignobile»: quindi, siccom’erano innanzi state due sole classi del popolo romano antico, cosí erano state due sole sorte di ragunanze: una, la curiata, di padri o nobili o senatori; l’altra, tributa, di plebei ovvero d’ignobili; — ma, poi che Fabio ripartí i cittadini, secondo le loro facultá, per tre classi, di senatori, cavalieri e plebei, essi nobili non fecero piú ordine nella cittá, e secondo le loro facultá si allogavano per sí fatte tre classi. Dal qual tempo in poi si vennero a distinguere «patrizio» da «senatore » e da «cavaliere», e «plebeo» da «ignobile»; e «plebeo» non piú s’oppose a «patrizio», ma a «cavaliere» e «senatore»; né «plebeo» significò «ignobile», ma «cittadino di picciolo patrimonio», quantunque nobile egli si fesse; ed al contrario «senatore» non piú significò «patrizio», ma «cittadino d’amplissimo patrimonio», quantunque si fusse ignobile.

627Per tutto ciò indi in poi si dissero «comitia centuriata» le ragunanze nelle quali per tutte e tre le classi conveniva tutto il popolo romano, per comandare, tra l’altre pubbliche faccende, le leggi consolari; e ne restarono dette «comitia tri-