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origine de’ comizi romani 299


buta» quelle dove la plebe sola comandava le leggi tribunizie, che furon i plebisciti, innanzi detti in sentimento nel quale Cicerone gli direbbe «plebi nota», cioè «leggi pubblicate alla plebe» (una delle quali era stata quella di Giunio Bruto, che narra Pomponio, con cui Bruto pubblicò alla plebe gli re eternalmente discacciati da Roma); siccome nelle monarchie s’arebbon a dire «populo nota», con somigliante propietá, le leggi reali. Di che, quanto poco erudito tanto assai acuto, Baldo si maraviglia esserci stata lasciata scritta la voce «plebiscitum» con una «s», perché, nel sentimento di «legge ch’aveva comandato la plebe», dovrebbe essere stato scritto con due: «plebisscitum», venendo egli da «sciscor» e non da «scio».

628Finalmente, per la certezza delle divine cerimonie, restaron dette «comitia curiata» le ragunanze de’ soli capi delle curie, ove si trattava di cose sagre. Perché ne’ tempi di essi re si guardavano con aspetto di sagre tutte le cose profane, e gli eroi erano dappertutto cureti ovvero sacerdoti, come sopra si è detto, armati; onde infin agli ultimi tempi romani, essendo rimasta con aspetto di cosa sagra la paterna potestá (le cui ragioni nelle leggi spesso «sacra patria» son dette): per tal cagione in tali ragunanze con le leggi curiate si celebravano l’arrogazioni.