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degli elementi 85


XXIX

174Omero, in cinque luoghi di tutti e due i suoi poemi che si rapporteranno dentro, mentova una lingua piú antica della sua, che certamente fu lingua eroica, e la chiama «lingua degli dèi».

XXX

175Varrone ebbe la diligenza di raccogliere trentamila nomi di dèi (ché tanti pure ne noverano i greci), i quali nomi si rapportavano ad altrettante bisogne della vita o naturale o morale o iconomica o finalmente civile de’ primi tempi.

176Queste tre degnitá stabiliscono che ’l mondo de’ popoli dappertutto cominciò dalle religioni: ’che sará il primo degli tre principi di questa Scienza.

XXXI

177Ove i popoli son infieriti con le armi, talché non vi abbiano piú luogo l’umane leggi, l’unico potente mezzo di ridurgli è la religione.

178Questa degnitá stabilisce che nello stato eslege la provvedenza divina diede principio a’ fieri e violenti di condursi all’umanitá ed ordinarvi le nazioni, con risvegliar in essi un’idea confusa della divinitá, ch’essi per la loro ignoranza attribuirono a cui ella non conveniva; e cosí, con lo spavento di tal immaginata divinitá, si cominciarono a rimettere in qualche ordine.

179Tal principio di cose, tra i suoi «fieri e violenti», non seppe vedere Tommaso Obbes, perché ne andò a truovar i principi errando col «caso» del suo Epicuro; onde, con quanto magnanimo sforzo, con altrettanto infelice evento, credette d’accrescere la greca filosofia di questa gran parte, della quale certamente aveva mancato (come riferisce Giorgio Paschio, De eruditis huius saeculi inventis), di considerar l’uomo in tutta la societá del gener umano. Né Obbes l’arebbe altrimente pensato, se non gliene avesse dato il motivo la cristiana religione, la quale inverso tutto il gener umano, nonché la giustizia, comanda