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88 | libro primo - sezione seconda |
prima, ne danno i principi dell’idolatria; dalla trentesimanona, i principi della divinazione; e la quarantesima finalmente ne dá con sanguinose religioni i principi de’ sagrifizi, che da’ primi crudi fierissimi uomini incominciarono con voti e vittime umane. Le quali, come si ha da Plauto, restarono a’ latini volgarmente dette «Saturni hostiae», e furono i sacrifizi di Moloc appresso i fenici, i quali passavano per mezzo alle fiamme i bambini consegrati a quella falsa divinitá; delle quali consagrazioni si serbarono alquante nella legge delle XII Tavole. Le quali cose, come dánno il diritto senso a quel motto:
Primos in orbe deos fecit timor
— che le false religioni non nacquero da impostura d’altrui, ma da propia credulitá; — cosí l’infelice voto e sagrifizio che fece Agamennone della pia figliuola Ifigenia, a cui empiamente Lucrezio acclama:
Tantum relligio potuit suadere malorum,
rivolgono in consiglio della provvedenza. Ché tanto vi voleva per addimesticare i figliuoli de’ polifemi e ridurgli all’umanitá degli Aristidi e de’ Socrati, de’ Leli e degli Scipioni affricani.
XLI
192Si domanda, e la domanda è discreta, che per piú centinaia d’anni la terra, insoppata dall’umidore dell’universale diluvio, non abbia mandato esalazioni secche, o sieno materie ignite, in aria, a ingenerarvisi i fulmini.
XLII
193Giove fulmina ed atterra i giganti, ed ogni nazione gentile n’ebbe uno.
194Questa degnitá contiene la storia fisica che ci han conservato le favole: che fu il diluvio universale sopra tutta la terra.