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158 conchiusione dell’opera


sentivano l’aspetto del cielo esser loro terribile e perciò impedir loro l’uso della venere, essi l’impeto del moto corporeo della libidine dovettero tener in conato. E sí, incominciando ad usare l’umana libertá (ch’è di tener in freno i moti della concupiscenza e dar loro altra direzione, che, non venendo dal corpo, da cui vien la concupiscenza, dev’essere della mente, e quindi propio dell’uomo), divertirono in ciò: ch’afferrate le donne a forza, naturalmente ritrose e schive, le strascinarono dentro le loro grotte e, per usarvi, le vi tennero ferme dentro in perpetua compagnia di lor vita. E sí, co’ primi umani concubiti, cioè pudichi e religiosi, diedero principio a’ matrimoni, per gli quali con certe mogli fecero certi figliuoli e ne divennero certi padri; e si fondarono le famiglie, che governavano con famigliari imperi ciclopici sopra i loro figliuoli e le loro mogli, propi di sí fiere ed orgogliose nature, acciocché poi, nel surgere delle cittá, si truovassero disposti gli uomini a temer gl’imperi civili. Cosí la provvedenza ordinò certe repubbliche iconomiche di forma monarchica sotto padri (in quello stato principi), ottimi per sesso, per etá, per virtú; i quali, nello stato che dir debbesi «di natura» (che fu lo stesso che lo stato delle famiglie), dovettero formar i primi ordini naturali, siccome quelli ch’erano pii, casti e forti, i quali, fermi nelle lor terre, per difenderne sé e le loro famiglie, non potendone piú campare fuggendo (come avevano innanzi fatto nel loro divagamento ferino), dovettero uccider fiere, che l’infestavano, e, per sostentarvisi con le famiglie (non piú divagando per truovar pasco), domar le terre e seminarvi il frumento; e tutto ciò per salvezza del nascente gener umano.

1099A capo di lunga etá — cacciati dalla forza de’ propi mali, che loro cagionava l’infame comunione delle cose e delle donne, nella qual erano restati dispersi per le pianure e le valli in gran numero — uomini empi, che non temevano dèi; impudichi, ch’usavano la sfacciata venere bestiale; nefari, che spesso l’usavano con le madri, con le figliuole; deboli, erranti e soli, inseguiti alla vita da violenti robusti, per le risse nate da essa infame comunione, corsero a ripararsi negli asili de’ padri; e