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160 conchiusione dell’opera


generar umanamente con le mogli prese con gli auspíci divini), e sí per un eroismo, i nobili regnassero sopra i plebei (che non contraevano matrimoni con si fatta solennitá), e, finiti i regni divini (co’ quali le famiglie si erano governate per mezzo de’ divini auspici), dovendo regnar essi eroi in forza della forma de’ governi eroici medesimi, la principal pianta di tali repubbliche fusse la religione custodita dentro essi ordini eroici, e per essa religione fussero de’ soli eroi tutti i diritti e tutte le ragioni civili. Ma, perché cotal nobiltá era divenuta dono della fortuna, tra essi nobili fece surgere l’ordine de’ padri di famiglia medesimi, che per etá erano naturalmente piú degni; e tra quelli stessi fece nascere per re gli piú animosi e robusti, che dovettero far capo agli altri e fermargli in ordini per resistere ed atterrire i clienti ammutinati contr’essoloro.

1101Ma, col volger degli anni, vieppiú l’umane menti spiegandosi, le plebi de’ popoli si ricredettero finalmente della vanitá di tal eroismo, ed intesero esser essi d’ugual natura umana co’ nobili; onde vollero anch’essi entrare negli ordini civili delle cittá. Ove dovendo a capo di tempo esser sovrani essi popoli, permise la provvedenza che le plebi, per lungo tempo innanzi, gareggiassero con la nobiltá di pietá e di religione nelle contese eroiche di doversi da’ nobili comunicar a’ plebei gli auspici, per riportarne comunicate tutte le pubbliche e private ragioni civili che se ne stimavano dipendenze; e si la cura medesima della pietá e lo stesso affetto della religione portasse i popoli ad esser sovrani nelle cittá: nello che il popolo romano avanzò tutti gli altri del mondo, e perciò funne il popolo signor del mondo. In cotal guisa, tra essi ordini civili trammeschiandosi vieppiú l’ordine naturale, nacquero le popolari repubbliche. Nelle quali, poiché si aveva a ridurre tutto o a sorte o a bilancia, perché il caso o ’l fato non vi regnasse, la provvedenza ordinò che ’l censo vi fusse la regola degli onori; e cosí gl’industriosi non gl’infingardi, i parchi non gli prodigi, i providi non gli scioperati, i magnanimi non gli gretti di cuore, ed in una i ricchi con qualche virtú o con alcuna immagine di virtú non gli poveri con molti e sfacciati vizi, fussero estimati gli