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sopra un’eterna repubblica naturale 161


ottimi del governo. Da repubbliche cosí fatte — gl’intieri popoli, ch’in comune voglion giustizia, comandando leggi giuste, perché universalmente buone, ch’Aristotile divinamente diffinisce «volontá senza passioni», e sí volontá d’eroe che comanda alle passioni — usci la filosofia, dalla forma di esse repubbliche destata a formar l’eroe e, per formarlo, interessata della veritá; cosí ordinando la provvedenza: che, non avendosi appresso a fare piú per sensi di religione (come si erano fatte innanzi) le azioni virtuose, facesse la filosofia intendere le virtú nella lor idea, in forza della quale riflessione, se gli uomini non avessero virtú, almeno si vergognassero de’ vizi, ché sol tanto i popoli addestrati al mal operare può contenere in ufizio. E dalle filosofie permise provenir l’eloquenza, che dalla stessa forma di esse repubbliche popolari, dove si comandano buone leggi, fusse appassionata del giusto; la quale da esse idee di virtú infiammasse i popoli a comandare le buone leggi. La qual eloquenza risolutamente diffiniamo aver fiorito in Roma a’ tempi di Scipione Affricano, nella cui etá la sapienza civile e ’l valor militare, ch’entrambi sulle rovine di Cartagine stabilirono a Roma felicemente l’imperio del mondo, dovevano portare di séguito necessario un’eloquenza robusta e sappientissima.

1102Ma — corrompendosi ancora gli Stati popolari, e quindi ancor le filosofie (le quali cadendo nello scetticismo, si diedero gli stolti dotti a calonniare la veritá), e nascendo quindi una falsa eloquenza, apparecchiata egualmente a sostener nelle cause entrambe le parti opposte — provenne che, mal usando l’eloquenza (come i tribuni della plebe nella romana) e non piú contentandosi i cittadini delle ricchezze per farne ordine, ne vollero fare potenza; [e], come furiosi austri il mare, commovendo civili guerre nelle loro repubbliche, le mandarono ad un totale disordine, e sí, da una perfetta libertá, le fecero cadere sotto una perfetta tirannide (la qual è piggiore di tutte), ch’è l’anarchia, ovvero la sfrenata libertá de’ popoli liberi.

1103Al quale gran malore delle cittá adopera la provvedenza uno di questi tre grandi rimedi con quest’ordine di cose umane civili.

G. B. Vico - Opere, IV-ii. 11