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194 libro secondo

formando parte del capov.; gli altri furono combinati e spostati giusta la seguente tabella:

§ III (sfrondato di molte citazioni erudite) e § IV § I
§§ VIII e XI, con giunte che si trovano in parte nelle CMA3 § II
Principio del § VI e § V, con una giunta che si trova in parte nelle CMA4 § III
Resto del § VI e § VII § IV
§ XIII bis (aggiunto, come s’è detto, nelle CMA3) § V
§ XI bis (aggiunto nelle CMA3) § VI
§§ XII e XIII § VIII


Restarono fuori soltanto i paragrafi IX e X, riferiti qui tra le varianti].

1194[385*] Con tal principio dell’idolatria si è dimostrato altresí il principio della divinazione (che nacquero al mondo ad un parto); a’ quali due principi va di séguito quello dei sacrifici ch’essi facevano per proccurare o sia ben intender gli auguri. Da’ quali principi dovevano cominciare i loro libri Cicerone, De natura deorum; Apollodoro, De origine deorum; Giraldo, De diis gentium; Daniel Classenio, De theologia civili, e ’l Vossio la sua maggior opera De theologia gentilium, e Cicerone gli altri De divinatione; Edone Nehusio, la sua Divinazione sacra e profana; Antonio Borremanzio, De poëtis et prophetis; gli autori De diis fatidicis e De oraculis sibyllinis; e Vandalè, i suoi De devinatione e De oraculis; e finalmente Stuchio, De sacrificiis gentium.

1195[389] IX. — Quivi per alto consiglio della provvedenza ebbe il suo principio il diritto della forza, con la quale Giove legittima il suo regno [CMA3] sopra gli dèi e gli uomini con la gran catena d’Omero che noi qui sopra abbiamo spiegato (il qual diritto [SN2] si celebrò per tutto il tempo divino ed eroico, ond’Achille ripone la sua ragione nell’asta), acciocché gli uomini, fin quando non intendessero ragione, estimassero la ragion della forza, ma infrenata da alcun timore di religione (la qual sola, come abbiam nelle Degnitá veduto, poteva infrenar i violenti di Obbes); siccome per la religione i giganti s’assoggettiscono alla forza di Giove.