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214 libro secondo


1266[557].E con una di queste famiglie dovette Abramo far guerre co’ re gentili. [CMA4] Cosí si può far verisimile la storia romana d’intorno alla calogna da Appio decemviro tramata contro Virginia, ch’ella fusse sua schiava, perché in que’ tempi i plebei erano come schiavi de’ nobili.

1267[564*] Ma i gramatici latini, ignari di quest’origini di cose, che dovevano dar lor la scienza dell’origini delle voci, essendo lor pervenuta la voce «lucus» in significazione di «bosco sagro» (perché ne’ primi tempi con aspetto di sagre si guardavano tutte le cose profane), ed osservando che folti fronzuti arbori con dense ombre facevano le delizie de’ boschetti sagri, si finsero l’antifrasi con cui fosse «Iucus» stato detto perché «non lucet». Come se gli autori delle lingue, ch’erano tutti senso quando le si formarono, come sta appiena sopra dimostro, avesser dato i nomi alle cose dalle loro negazioni, le quali non lasciano vestigio in esso intelletto, tanto non posson fare impression alcuna ne’ sensi!

1268[565-6].pei quali forse fu immaginata Venere maschianatane in mente de’ poeti eroi la fantastica idea dal veder essi quant’erano brutti, laidi, sozzi, irsuti, squallidi e rabuffati gli uomini empi che si rifuggivan a’ lor asili: nel quale stato sarebbono degni d’andare alcuni dotti con la loro sfumata letteratura, a’ quali dovrebbe far capo Bayle, che sostiene che senza religione si possa vivere, e che si viva di fatto, [in] umana societá. Di questa bellezza, e non d’altra, furono vaghi gli spartani.come osserva Antonio Fabro nella Giurisprudenza papinianea. [CMA4] E con la stessa eroica propietá Orazio dovette dire «infame monstrum» la regina Cleopatra, maritata a Marc’Antonio senza aver con lui il gius divino de’ romani auspíci comune.