Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. II, 1928 – BEIC 1964822.djvu/221

Da Wikisource.


SEZIONE QUINTA

CAPITOLO PRIMO

1269[582] ..... e per tutto ciò naturali obbligazioni. [CMA3] Né le leggi romane s’impacciaron unquemai delle nazioni libere poste fuori del lor imperio, [CMA4] né loro apparteneva impacciarsene, le quali tutte essi stimavano barbare. Ch’anzi tal paterna potestá degli antichi romani ha del barbaro, e quella che si celebrò sotto gl’imperadori hassi a tener per umana.

1270[593]..... i vagiti di Giove bambino., che Saturno (il qual dee esser plebeo) volevasi divorare, per significare che con una fame di disiderio ne bramava il dominio de’ campi; dal quale nascondimento i latini gramatici, indovinando, dissero essere stato appellato Latium.

CAPITOLO SECONDO

1271[601] ..... tutti i regni eroici furono di sacerdoti, quali oggi sono nell’Indie orientali i regni de’ bonzi. I quali feudi sovrani.....

1272[603*] Di queste cose dovevano avere la scienza gli eruditi interpetri, ch’empiono tutte le carte del famoso «ius quiritium romanorum», e non seppero nulla de’ suoi principi, perché trattarono le leggi romane senza veruno rapporto allo stato da cui, come prendono la forma, cosí debbon avere la lor vera interpetrazione le leggi. Ma, per ciò ch’appartiene al nostro proposito, per queste ed altre ragioni ch’a’ luoghi lor usciranno, si convince d’errore Oldendorpio, che credette i nostri feudi essere scintille dell’incendio dato da’ barbari al diritto romano; perché ’l diritto romano, come d’ogni altro popolo, è nato da questi principi eterni de’ feudi. Si convince d’error Bodino, ove dice che i feudi sovrani soggetti ad altri sovrani sono ritruovati de’ tempi barbari, intendendo i secondi a noi vicini; perch’è pur troppo vero di tutti i tempi barbari, ne’ quali da sí fatti feudi nacquero tutte le repubbliche