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24 | libro terzo - sezione prima - capo quinto |
XXIV
834Che tali favole, tali sentenze, tali costumi, tal favella, tal verso si dissero tutti «eroici», e si celebrarono ne’ tempi ne’ quali la storia ci ha collocato gli eroi, com’appieno si è dimostrato sopra nella Sapienza poetica.
XXV
835Adunque tutte l’anzidette furono propietá d’intieri popoli e, ’n conseguenza, comuni a tutti i particolari uomini di tali popoli.
XXVI
836Ma noi, per essa natura, dalla quale son uscite tutte l’anzidette propietá, per le quali egli fu il massimo de’ poeti, niegammo che Omero fusse mai stato filosofo.
XXVII
837Altronde dimostrammo sopra netta Sapienza poetica che í sensi di sapienza riposta da’ filosofi, i quali vennero appresso, s’intrusero dentro le favole omeriche.
XXVIII
838Ma, siccome la sapienza riposta non è che di pochi uomini particolari, cosí il solo decoro de’ caratteri poetici eroici, ne’ quali consiste tutta l’essenza delle favole eroiche, abbiamo testé veduto che non posson oggi conseguirsi da uomini dottissimi in filosofie, arti poetiche ed arti critiche. Per lo qual decoro dá Aristotile il privilegio ad Omero d’esser innarrivabili le di lui bugie; ch’è lo stesso che quello, che gli dá Orazio, d’esser innimitabili i di lui caratteri.