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pruove filosofiche 23


tasia, di violentissimi giovani per lo fervente bollor della collera, come pur sopra si è dimostrato, e, ’n conseguenza, impossibili da un filosofo fingersi con tanta naturalezza e felicitá.

XX

830Che l’inezie e sconcezze sono, come pur si è qui sopra pruovato, effetti dell’infelicitá, di che avevano travagliato nella somma povertá della loro lingua, mentre la si formavano, i popoli greci, a spiegarsi.

XXI

831E contengansi pure gli piú sublimi misteri della sapienza riposta, i quali abbiamo dimostrato nella Sapienza poetica non contenere certamente: come suonano, non posson essere stati concetti di mente diritta, ordinata e grave, qual a filosofo si conviene.

XXII

832Che la favella eroica, come si è sopra veduto nel libro secondo, nell’Origini delle lingue, fu una favella per simiglianze, immagini, comparazioni, nata da inopia di generi e di spezie, ch’abbisognano per diffinire le cose con propietá, e, ’n conseguenza, nata per necessitá di natura comune ad intieri popoli.

XXIII

833Che per necessitá di natura, come anco nel libro secondo si è detto, le prime nazioni parlarono in verso eroico. Nello che è anco da ammirare la provvedenza, che, nel tempo nel quale non si fussero ancor truovati i caratteri della scrittura volgare, le nazioni parlassero frattanto in versi, i quali coi metri e ritmi agevolassero lor la memoria a conservare piú facilmente le loro storie famigliari e civili.