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22 libro terzo - sezione prima - capo quinto


XIV

824Perché udimmo Aristotile stimar innarrivabili le bugie omeriche; ch’è lo stesso che Orazio stima innimitabili i di lui caratteri.

XV

825Egli è infin al cielo sublime nelle sentenze poetiche, ch’abbiani dimostrato, ne’ Corollari della natura eroica nel libro secondo, dover esser concetti di passioni vere o che in forza d’un’accesa fantasia ci si facciano veramente sentire, e perciò debbon esser individuate in coloro che le sentono. Onde diffinimmo che le massime di vita, perché sono generali, sono sentenze di filosofi; e le riflessioni sopra le passioni medesime sono di falsi e freddi poeti.

XVI

826Le comparazioni poetiche prese da cose fiere e selvagge, quali sopra osservammo, sono incomparabili certamente in Omero.

XVII

827L’atrocitá delle battaglie omeriche e delle morti, come pur sopra vedemmo, fanno all’Iliade tutta la maraviglia.

XVIII

828Ma tali sentenze, tali comparazioni, tali descrizioni pur sopra pruovammo non aver potuto essere naturali di riposato, ingentilito e mansueto filosofo.

XIX

829Che i costumi degli eroi omerici sono di fanciulli per la leggerezza delle menti, di femmine per la robustezza della fan-