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ragionamento secondo - capitolo secondo 305


repubbliche popolari conservato col comandare le buone leggi (ch’Aristotile ci disse essere volontá di eroi scevere di passioni), dissipato poi e disperso con le guerre civili, si riunisce nella persona de’ principi ch’indi provengono, i quali perciò son i soli distinti in civil natura, che con le leggi tengono tutti i soggetti uguagliati.

X

1470Esser falso che nella setta de’ tempi umani il diritto naturale tenga in dovere le nazioni col pudore; ma che tal setta solamente gliele fa intendere per esserne obbligate, perché, se gli uomini non l’adempiono, si costringono con le leggi giudiziarie. Ma i sovrani principi sono soli quelli che, non potendo esser costretti dentro da niuna umana forza, sono menati dal lor pudore ad osservare le leggi, perchè essi soli sono tenuti dal diritto natural delle genti, fuori con la forza dell’armi, e dentro col pudor naturale. Lo che Tacito, sappientissimo di cotal diritto, ben avverti ove, trattandosi in senato di moderare con le leggi suntuarie il lusso profusissimo delle cene, Tiberio rispose che non abbisognavano, con quel motto pieno d’una elegantissima sapienza civile: «Pauperes necessitas, divites satietas, nos pudor in melius vertet». Che è la profonda e finor nascosta ragione della legge «Digna vox».

XI

1471Perciò esser falso quello:

Regis ad exemplum totus componitur orbis,

ma esser vero tutto il contrario; perché i sovrani principi, che per lo corollario precedente sono per natura civile gentilissimi, si vergognano di vivere diversamente dalla maniera con la quale vivon i popoli: onde in un luogo di questi libri dicemmo che i pubblici e veri (e, perché pubblici, veri) maestri de’ principi son essi popoli. Nerone ed altri cattivi imperadori vennero dissolutissimi e fierissimi, perché nacquero in tempi ch’eran all’eccesso dissoluti e fieri i romani, i quali gli agi, le dilicatezze, i lussi avevano renduto vilissimi; e quindi, codardi, con volti finti di traditori ed assassini, simulavano l’amicizie per farsi la fortuna sopra le teste mozze e le case rovinate de’ lor amici. I quali scellerati

costumi, perché uscivano da nature affatto guaste e corrotte, le

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