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Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. II, 1928 – BEIC 1964822.djvu/329

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Nel 1727 Antonio Conti, tornato dalla Francia a Venezia, e trovatavi la Scienza nuova prima, della quale fin dal novembre ’25 il Vico aveva fatto colá largo invio, fu «uno de’primi a gustarla e a farla gustare agli amici suoi» cosí veneziani come francesi, ai quali ultimi ne inviò anche un «picciol estratto», che sarebbe interessante ritrovare. Anzi, vedendo che «con indicibil applauso» l’opera s’andava sempre piú diffondendo a Venezia e che i librai cittadini cominciavano a farsene venire esemplari da Napoli, propose al padre Carlo Lodoli e al conte Gian Artico di Porcia di farsi, insieme con lui, promotori d’una riedizione veneziana, la quale, stampata «lucutentis literariis formis et claudiana sive regia charta», valesse a dare all’aureo libriccino quella larga diffusione, che, causa la quasi clandestinitá della prima edizione (1725) e i suoi caratteri troppo minuti, gli era fino allora mancata. Lo stampatore che s’assumesse la spesa fu ben presto trovato; onde prima il Porcia (14 decembre ’27), ch’era giá in carteggio col Vico a proposito dell’Autobiografia, poi il Conti (3 gennaio ’28), indi il Lodoli (15 gennaio ’28), che si esibí anche a riveder le bozze, poi ancora una volta il Conti (10 marzo ’28) per sollecitare una risposta, scrissero al filosofo, invitandolo a sviluppare «certe idee compendiosamente accennate», a porre «alla testa del libro una prefazione, che esponesse i vari principi delle varie materie che trattava e ’l sistema armonico che da esse risultava», e a spedire a Venezia il tutto (testo a stampa e giunte e correzioni) per mezzo del residente veneto a Napoli, ch’era in quel tempo Giovanni Zuccato.

La mancanza di documenti non permette di seguire a passo a passo le vicende di quest’altra fatica del Vico. Si sa, a ogni modo, che vi si accinse fin dal marzo ’28. Per altro, invece di seguire il