Pagina:Vico, Giambattista – Le orazioni inaugurali, il De Italorum sapientia e le polemiche, 1914 – BEIC 1965567.djvu/234

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ragionamento o discorso. Ma, perché sovente l’uomo «apprende il falso, giudica temerariamente e con inconsideratezza, e malamente discorre», perciò in aiuto a lui si son date tre arti, cioè la topica, la critica, il metodo; di modo che la topica diriga la facoltá dell’apprendere, la critica quella del giudicare, e ’1 metodo, del discorrere. E da qui innanzi, per gradire al signor di Vico (p. 213), noi pure chiameremo «arte» quella eh’indirizza e regola, e «facoltá» quella che ne viene indiritta e regolata: contuttoché ne’ vocabolari si latini come toscani il vocabolo «facoltá» significhi «arte» anch’esso; onde non fu si gran fallo il nostro, quando «facoltadi» chiamate abbiamo (p. 201) la topica, la critica e ’l metodo. Ma, a ciò poco badando, ch’è pura quistion di nome, ci faremo piú tosto a considerare quale sia quella sua dottrina, e ne cercheremo i fondamenti, se pure ve n’ha. Primieramente e’ suppone averci apprensioni che sieno false; e forse ciò è una falsitá, una gran parte de’ filosofi insegnando che l’apprensioni essenzialmente sieno vere, come ancora il sono tutte le sensazioni. Secondariamente desideriamo intendere come la topica sia l’arte onde la facoltá percettiva o apprensiva ne sia indiritta e regolata. Imperciocché, conforme ognuno infino ad ora la diffini ed egli stesso la chiama (p. 182), essendo quella un’arte di ritrovare («ars inveniendi»), tutte le sue regole solo additarono que’ luoghi comuni e universali, onde trovare e raccórre si possan ragioni e argomenti per provar che che sia ; né mai infino ad ora veduto abbiamo topica veruna, che diaci regole di ben regolare e dirigere le semplici apprensioni delle nostre menti. Cosi pure la critica sappiamo noi bensí ella essere un’arte che insegna come abbiasi a giudicare dell’opere prodotte si da’ nostri ingegni si dagli altrui; ma che quella sia un’arte direttrice di quell’operazione del nostro intelletto, la quale tiene il secondo luogo e comunemente chiamasi «giudizio», noi ancor noi sappiamo. In quanto poi al metodo, noi osserviamo lui chiamarsi da’ cartesiani «un’arte di ben ordinare e disporre i nostri pensamenti, per poter noi arrivare a una qualche scienza o per insegnarla altrui». Sicché, alla medesima scienza conducendoci varie diffinizioni, divisioni, postulati, assiomi e dimostrazioni, non