Pagina:Vico, Giambattista – Le orazioni inaugurali, il De Italorum sapientia e le polemiche, 1914 – BEIC 1965567.djvu/240

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234 IV - POLEMICHE RELATIVE AL «DE ANTIQUISSIMA» parole «optime factum»; ma Luna e l’altra maniera di dire sarebbe tronca in se stessa, e, supplendosi l’una coll’altra, si renderebbe intiera col dire: «Egli è verissimo ciò essere ottimamente fatto». E la ragione si è, perché, conforme ingegnosamente osserva Onorato Fabbri (*>, qualunque proposizione, oltr’a ciò che afferma espressamente o niega, ancor tacitamente pronunzia la veritá di se stessa, ovvero afferma di esser vera; di modo che, per esemplo, egli è lo stesso il dire «la fede è morta senza l’opere» ed «egli è vero che senza l’opere la fede è morta». Dal che se ne deduce che, ’n si fatte risposte, qualunque altro verbo può volgarizzarsi «egli è vero». Incolpisi, per esemplo, chi che sia: «Tu m’hai rubato la tal cosa», «Jfd. mihi furatus es»; rispondendo lui nella stessa maniera: «Fu ratus sum», potremmo noi dirlo in volgare: «Egli è vero», cioè: «Egli è il vero ch’io ve l’ho rubato». Né però mai veruno farebbesi a pronunziare che un medesimo sia il significato di questi due modi di dire: «Furatus sum» e «Veruni est». II. — «Causa» e «negocium» confesseremo ancor noi che significhin talora lo stesso (p. 205), come ce l’insegna il Calvino nel suo Lessico ( 2 \ o piuttosto come Quintiliano f3) ce l’insegnò innanzi a lui. Anzi avverti quel gran maestro della romana gioventú significare cosi appo i latini queste tre voci : «quaestio», «causa», «negocium», come significaron queste tre altre appo i greci: Oécng, vjtóOsmg, aepiaTaoi^: sicché, quando la quistione era infinita o universale, la chiamavan semplicemente «quistione» o «tesi»; quando eli’era finita o particolarizzata da qualche circostanza, chiamavanla «causa» o «ipotesi»; e quando un gran numero, e forse tutte concorrevan le circostanze a particolarizzarla, allora davanle il nome di «negozio» o «peristasi», cioè «circostanza». Ma, s’abbiamo a dire il vero, ciò non fa punto al nostro proposito. La controversia si è: se ’l vocabolo «causa», che ’n volgare diremmo «cagione», qual è spezialmente (1) Tractatus de homine , lib. II, propos. 60. (2) Alla voce «causa». (3) Instil. orai., ni, 5, 7.