Pagina:Vico, Giambattista – Le orazioni inaugurali, il De Italorum sapientia e le polemiche, 1914 – BEIC 1965567.djvu/252

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battaglia, sola al mondo, per la quale up autor sapientissimo di si fatta arte stima essere stati invincibili, la quale non potea essere se non frutto delle matematiche de’ toscani; presero le leggi dagli spartani e dagli ateniesi (due popoli i piú chiari del mondo, uno per dottrina, l’altro per virtú): poi spensero affatto l’imperio e’1 nome toscano, e per trecento anni dopo le leggi non ebber commercio co’ greci, stimando esser bastevoli da sé a mantenere i buoni ordini, la religione e le leggi con inviolabilmente osservarle; onde provenne quella somma loro scrupolositá delle formole. E cosi i romani parlarono lingua di filosofi senza esser filosofi. Cosi l’origini, che io vo investigando, non sono giá quelle de’ grammatici, come gli altri ad altro proposito finora han fatto, che considerano le derivazioni delle voci; e l’etimologie, che essi in gran parte traggono dalla greca lingua de’ popoli abitatori delle riviere del mar Ionio, mi servono sol d’argomento che l’antica favella etrusca fosse sparsa tra tutti i popoli dell’Italia ed anche nella Magna Grecia: non mi servono per altr’uso. Ma mi sono dato a contemplare le ragioni come i concetti de’ sapienti uomini si oscurassero e si perdessero di vista, divorandosi ed impropriandosi dal volgo i loro dotti parlari. Questo è l’arcano, con che ho stimato poter iscoprire qual fosse il sapere degli antichissimi filosofi italiani. E cosi, stando, per cagion d’esempio, sulle medesime vostre opposizioni (p. 234) «caussa», in significazion propria de’ filosofi, significa «cosa che fa». I romani significarono con questa voce ciò che «negozio» anche s’appella. Mi pongo in ricerca come egli potè avvenire che la voce, la qual significa «ciò che fa», passasse a significar «ciò che è fatto». Rifletto altresi ciò che nasce dalla causa appellarsi da’latini «effectus», e l’effetto in sua elegante significazione dinota «fatto perfettamente». Non truovo come queste cose abbiano tra loro rapporto alcuno; e pure son certo che le voci non sieno poste a caso. Dunque bassi a dire necessariamente che vi fosse stata opinione di que’ primi sapienti, che diedero i nomi alle cose, che «causa» fosse