Pagina:Vico, Giambattista – Le orazioni inaugurali, il De Italorum sapientia e le polemiche, 1914 – BEIC 1965567.djvu/257

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tentando mille spericnze: non si tratta geometria, dove bisogna una copia di nomi diftiniti, di massime incontrastate, di postulati discreti, e camminarvi dritto e senza salti per istretta e lunga via di dimostrazioni. Si tratta metafisica, nella quale l’uomo ha da conoscere e spiegare la sua mente, purissima e semplicissima cosa. Talché a questo proposito cade molto in acconcio quello che si osserva tuttodí, far molto piú profitto nelle cose dello spirito cristiano le meditazioni che brievemente propongono pochi punti, per li quali l’uomo entri in se stesso a purgarsi l’anima, che le prediche piú eloquenti e piú spiegate di facondissimi predicatori. Per lo che parmi che Renato sapientemente Meditazioni avesse questi studi intitolato, ove le principali cose tratta con tanta brevitá, che la sua metafisica si chiude entro poche pagine; e pure egli, come ora voi opponete a me, scrisse «con nuovi principi e nuovo metodo cose la maggior parte non piú udite». Onde il consiglio di Quintiliano non sembra fare a vostn > prò, «che piú conduca talora il dir soverchio con tedio che tacere con pericolo il necessario»: perché ragiona ivi di narrazione de’ fatti a’giudici, che sono ignoranti de’ fatti; ma, ove si è proposto ragionare con intendenti, bassi a osservare quello: «sapienti verbum sat est». Dall’«oscuritá», poiché nasce dal non diflínire i nomi, io me ne purgherò dove me l’opporrete. Le «cose», finalmente, «che qui semplicemente s’accennano e sono ancor tra’ filosofi contrastate*, da me si lasciano ad esso loro a determinarsi: perché mio proposito fu mandar fuori un libricciuolo tutto pieno di cose proprie, e sarei ben contento di aver pruovato le mie. Siane di ciò un esempio. L’«ingegno» da’ latini fu ancor detto «memoria»: n’è bello il luogo nell’. Indi iana ’ l \ ove Davo, che vuol concertare con Miside una gran furberia, le dice: Mysis, nunc opus est tua tnihi ad hanc rem exprompta memoria atquc astutia. (il IV, 3 [vv. 722 - 3 ]-