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312 nota


originale, invece di comporre in un punto (p. 173, r. 2 della presente ristampa), come doveva essere scritto, «et ab iisdem [dai latini] mens hominibus dari a diis, immiti dicebatur», stampò: «et ab iisd. mens hominib. dari indi, immitti diceb.». Il V., accortosi dell’errore e volendo anche premettere «a diis» a «dari», pose un segno di richiamo dopo «hominibus», scrisse in margine «a diis», e cancellò l’«indi», che non significava nulla. Codesta cancellatura, per altro, dimenticò di fare in qualche esemplare1, il quale, capitato, probabilmente, nelle mani del Ferrari, o, per dir meglio, del Ballanche2, indusse lui, e gli altri dopo lui, a stampare: «et ab iisdem mens hominibus a diis dari, indi, immitti dicebatur».

Circa la disposizione tipografica, abbiamo anche qui riuniti a principio di ciascun capitolo o di ciascun paragrafo (quando il capitolo era suddiviso in paragrafi) le postille a stampa, che nell’edizione originale sono disseminate nei margini. E, per rendere piú agevoli le citazioni, abbiamo creduto utile numerare in modo piú moderno e piú logico i paragrafi stessi. Giacché il V., conforme all’uso del suo tempo (che seguiva ancora il sistema di numerazione adoperato nelle compilazioni giustinianee), al primo paragrafo non assegna alcun numero (in guisa che il titolo, relativo per l’appunto al primo paragrafo, sembra, specie preposto, com’è, al numero d’ordine del capitolo, riferirsi all’intero capitolo), al secondo il n. I, e così di séguito. Conseguentemente, abbiamo introdotte le modificazioni correlative in quei luoghi della Conclusio, ove il V. rimanda ai singoli capitoli e paragrafi dell’opera.

  1. P. e., in uno dei due posseduti dal Croce.
  2. Il Ferrari, infatti, condusse la sua edizione su quella, fuori commercio, pubblicata dal Ballanche in alcuni numeri del suo Orphèe (1827-8). «Pro munere nostro meminimus editionem opusculi De antiq. Ital. sap., quatti clarissimus Petrus Simon Ballanche... exemplaribus inseruit sui Orphei... Michaëli Parmae... hoc bonum referamus oportet, quod unum ex eiusmodi exemplaribus consulere potuerimus, ac simul merita laudum praeconia conferre in hanc edthonem accuratissimam sane et maximi aestimandam» (Opp . di G. B. V., ii, p. xxiii sg.).