Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/107

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L’auttore riduce tutte le scienze a due ordini, di cui il primo comprende quanto è necessario alla natura umana e ’1 secondo quanto dipende dalla volontá ’<*) degli uomini. Chiama egli il primo col nome generale di « filosofia » e ’l secondo con quello di « filologia »: intende però che non si separi punto l’ultima dalla prima, si come han fatto i greci e i romani, ma che l’ultima sia come seguela della precedente: elleno fan di bisogno l’una e l’altra al giureconsulto, cioè a dire all’uom saggio, per essere costante ne’ suoi sentimenti. Con la prima esamina egli le leggi per rapporto alle veritá eterne, nel che fa le parti di filosofo; con la seconda va spiegando le parole, in che adempie quelle del filologo. Da tutto ciò si può comprenderei) che l’auttore intende che ’l filosofo non essamini solamente i principi speeolativi della filosofia e le conoscenze che non fanno altro che tenere a bada Io spirito, come sono quelle che si hanno dalle logiche e metafisiche ordinarie, allorché vi si rimane senza passare piú innanzi; ma eziandio i principi della pratica, tali quali sono quelli della giurisprudenza e della morale.

Il volume è diviso in due parti, di cui la prima tratta della sapienza e contiene ventuno capi; e la seconda della filologia, giusta il sentimento che l’auttore dá a questa parola, si distende sino al fine dell’opera. Nella prima parte egli dimostra primieramente, secondo la dottrina di Socrate, non potersi insegnare ad uomo alcuno le scienze o sien le virtú, salvo che col fare apprender loro a trarne i principi dalle loro menti medesime col mezzo delle quistioni fatte a proposito. Suppone egli che gli uomini avessero nelle loro anime i semi delle scienze, che producono frutto, qualora si fossero coltivate. L’auttore giudica assai verisimilniente che, se gli uomini non truovan punto la veritá, ciò viene anzi da’ vizi del cuore che dagli errori dello spirito: questo egli dice al capo primo e ne dá poi molte pruove ne’ rimanenti.

(a) liberté — ( b ) il Vico salta comme toul cet ouvrage le vèrifie — (c) il Ledere, per un lapsus , qui corretto dal Vico, aveva scritto dans la 2e partie.

G. B. Vico, Opere - v.

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