Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/133

Da Wikisource.

simo, e stato giá, con Paolo Mattia Doria e Ferdinando d’Ambrosio, maestro della Cimmino, Marcello Filomarino, Paolo di Sangro (padre di Raimondo), padre Giacomo Filippo Gatti, Nicola de Crescenzo, Cario di Mauro, Francesco Valletta, Giacinto Maria Iannucci, Aniello Spagnuolo, Nicola Lombardi (noto come scrittore dialettale e autore della Ciucceide), Paolo de Matteis (che dipinse il ritratto di donn’Angela) e, tra altri, il discepolo prediletto del V r ., Gherardo degli Angioli da Eboli (1705 -88), allora non ancora frate, anzi, sembra, innamorato della bellissima padrona di casa, della quale, del resto, s’innamoravano un po’ tutti. E appunto il Degli Angioli, in un suo volumetto commemorativo della Cimmino (Firenze, 172S), narra d’aver veduto il V. « Presso alla bella spoglia Piagner molto, e chinar la savia testa E baciarle il piè destro E il manco, come soglia, Far di sante reliquie »; e ricorda che, per qualche tempo, il filosofo, nelle quotidiane passeggiate con lui, continuò a volgere, senz’awedersene, « il tardo piede» verso «il bel palagio», sede un tempo di tanta gioia, e divenuto, «poi ch’ella fuor n’uscio», una tomba. Sola voce discorde quella di Francesco Vespoli, che contro la giá morta Cimmino e i collaboratori degli Ultimi onori scrisse una violenta satira, ove il V. vien presentato « stralunato e smunto Con la ferola in mano ».-— Del Sostegni s’hanno versi al V., tra i quali un distico piú volte pubblicato sotto il ritratto del Nostro. La sua morte accadde dopo il decembre 1729, tempo in cui il V. lo ricorda, come ancora vivo, in una lettera.

p. 62 — Giovan Artico di Porcia o Porzia (1682-1743), autore delle tragedie Medea (1721) e Seiano (1722), fu poi (1736) condottiero di gente d’armi della Serenissima. Suo fratello Leandro (1673-1740), vescovo di Bergamo e cardinale, aspirò due volte (1730 e 1740) al papato. — È assai probabile che l’idea d’invitare i letterati italiani a scrivere la propria autobiografia secondo il disegno riferito nel testo fosse suggerita al Porcia dal Conti, che potè a sua volta ispirarsi a una lettera in lode di esso Conti, scritta dal Leibniz al Bourguet (22 marzo 1714). In essa, tra l’altro, si mostrava il desiderio che « Ics auteurs nous dannasse»! I’ bis taire de leurs découvertes et les progrès par lesquels ils y soni arrivés » : quella « histoire » appunto, che il Descartes aveva narrata di sé nel Discours de la méthode, tenuto sempre presente dal V. nello scrivere la propria autobiografía, quantunque questa, come mostra la lettera all’Estevan del 12 gennaio 1729, sia espressione d’uno