Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/134

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stato d’animo nettamente avverso a Cartesio, contro il quale nelV Autobiografia (a differenza che nella Seconda risposta al Giornale de’ letterati e nel De mente fieroica) il V. si mostra insolitamente aggressivo. — Tra gli altri sette napoletani, ai quali il Porcia rivolse invito di scrivere le proprie vite, furono Nicola Cirillo (16711734) e il giá ricordato Paolo Mattia Doria. — L’abate, poi monsignore Giuseppe Luigi Esperti da Barletta, giá avvocato in patria, poi prelato in Roma, viene dipinto dall’abate Ferdinando Galiani come un grandissimo «seccatore». Nei primissimi anni del regno di Carlo Borbone ebbe noie politiche quale «austriacante». — L’abate Lorenzo Ciccarelli è quello stesso che circa quel tempo procurò l’edizione napoletana (con la falsa data di Firenze) delle Opere del Boccaccio, nella quale fu pubblicato la prima volta il Commento a Dante.

pp. 62-7 — « Residente veneto » a Napoli era allora Giovanni Zuccato. Il palazzo della residenza veneta, ove il V. si recò parecchie volte, era quello in via Trinitá Maggiore, n. 19, adiacente al ricordato palazzo Filomarino. — Francesco Carlo dei conti Lodoli da Venezia (1690-1771), minore osservante; valentissimo nelle lingue dotte, nelle matematiche e particolarmente nell’architettura; amico del Maffei, del Morgagni, dei due Vallisnieri, e perfino dell’ «empio* Giannone; era revisore ufficiale di tutti i libri che s’ introducevano o si stampavano a Venezia: donde la sua grande autoritá su librai e stampatori veneziani. — Oltre che del V., il notissimo Antonio Conti da Padova (1677-1749) fu altresi grande amico e ammiratore del Giannone, del quale procurò indarno di fare ristampare a Venezia V Istoria civile. Per ben intendere l’accenno della sua lettera agl’ « inglesi », si ricordi che, su proposta del Newton (donde la frase vichiana « salito in alta stima di letteratura appo il Newton»), era stato nominato socio corrispondente della Societá reale di Londra. Del suo « estratto » , ossia recensione, della Scienza nuova inviato in Francia non si sa nulla. Si conosce invece che, quasi al tempo stesso che scriveva al V., indicava la Scienza nuova al Montesquieu, allora di passaggio per Venezia (1728), e che, venuto a Napoli (1729), vi acquistò (se pure non gli fu donato dallo stesso V.) un esemplare dell’opera, che si serba ancora nel castello di La Brède. Da che la leggenda falsissima che il M. copiasse a Venezia il ms. di Annotazioni alla prima Scienza nuova, colá spedito dal V. (ma soltanto un anno dopo che il M. ne era partito) e lo ponesse a profitto né\Y Espili