Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/243

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uomini presso sono a dare alle stampe. Compiacetevi adunque di rimandarlami cosi come a me la prometteste, e, alla medesima aggiugnendo l’onor de’ vostri comandi, credetemi, ecc.

Piedimonte, io dicembre 1732.

LXI

A NICCOLÒ GIOVO Rifacimento della lettera lix.

Rendo infinite grazie a Vostra Signoria illustrissima del prezioso dono che mi ha inviato della Signoril morale, che f eccellentissimo signor duca di Laurenzano ha dato alle stampe, scritta a’ di lui signori nipoti, il quale m’è giunto adorno di tre bellissime circostanze: una d esser accompagnato da un di lui gentilissimo foglio; l’altra di avervi uniti dodici altri esemplari, de’ quali io facessi copia a’ degni miei signori ed amici; la terza ed ultima d’essermi pervenuti per mezzo vostro con altra vostra pregevolissima lettera. Io ne ho professato al signor duca i dovuti oblighi con una mia a lui indiritta, nella quale, perch’egli, come saggio e grave, non ama lode se non quella che risuoni lontana dalle sue orecchie, gli ho con poche e generali parole dilicatamente lodato tal sua bell’opera. Talché mi rimane ora con Vostra Signoria illustrissima tutta la libertá di dirne con ispiegatezza i miei sentimenti.

E questa è una delle due grandi utilitá che l’orgoglio, il qual è propietá de’ nobili, arreca per la gloria delle nazioni: che quello, come gli avvalora a fare dell’ imprese magnanime nelle guerre, cosi, ov’essi sieno ben avviati per la strada del sapere, gli mena a scrivere opere distinte in materia di lettere. Cospirano a ciò quelle due altre ragioni: una, che i nobili, come osservano i soli sommi re nella maniera del vivere, cosi guardano i soli principi de’ dotti in quella ancor dello scrivere; l’altra è perché stimano di dar essi lustro alla letteratura, e perciò non scrivon opere per raccogliere gli applausi del basso