Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/250

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LXVI

AL RE CARLO BORBONE Supplica per ottenere la carica di regio storiografo.

Sagra Reai Maestá,

Giovanni Battista Vico, lettore di rettorica in questa regia universitá, prostrato ai vostri reali piedi, supplicando la Maestá vostra, umilissimamente le rappresenta ch’esso è il piú anziano di questi pubblici Studi, possedendo la sua catedra fin da’ tempi della gloriosa memoria di Carlo secondo, avendo tutti gli altri lettori incominciato ad avervi catedre per assienti de’ tempi appresso, e perché, essendo per ordine reale della Maestá di Filippo quinto, vostro gloriosissimo padre, esposta tutta l’universitá ad un generale concorso, tre sole catedre non furono opposte: le due primarie di legge, perch ’erano perpetue e si trovavano di giá occupate, e la sua di rettorica, quantunque fusse quadriennale. In tutto questo gran spazio di tempo esso supplicante non ha quasi mai lasciato passar alcun anno nel quale non avesse dato alla luce alcun’opera del suo povero ingegno, delle quali v’ ha un catalogo nel tomo primo della raccolta degli Opuscoli eruditi fatta dal padre Calogerá in Venezia; il qual catalogo sta in piedi della Vita letteraria del medesimo supplicante che ’l conte Gianartico di Porcia, fratello del cardinale Leandro di Porcfa, volle dar alle stampe per idea a’ primi letterati d’Italia, chiari o per opere uscite alla luce o per fama di grande letteratura e dottrina, a scrivere le loro a fine di dare un nuovo metodo piú accertato ai giovani di profittare nelle lettere sopra esempi si fatti: e cosi la stampò nonostanti le proteste del supplicante che noi facesse, le quali stanno pubblicate dal detto padre in una lettera al cavaliere Vallisnieri, famoso medico italiano, che tiene luogo di prefazione a quei libri.