Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/387

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terze alla seconda Scienza nuova , divenute per contrario moltissime, allorché, in calce al non piccolo manoscritto che le contiene, l’autore scrisse: «Terminato la vigilia di santo Agostino ( 27 agosto), mio particolare protettore, l’anno 1731».

O che il Vico inviasse effettivamente al Bulgarelli o al Muratori la bella copia del materiale ora descritto (nel qual caso, resterebbe un filo di speranza di ritrovarla un giorno o l’altro a Modena o a Urbino) o che (cosa pur possibile, quantunque poco spiegabile) non vi sia alcun nesso tra gl’inviti del Muratori e codesto rifacimento d n\\’ Autobiografia, certo è che a una degna riedizione dell’opera non si pensò se non, tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, da Francesco Daniele e Carlantonio De Rosa marchese di Villarosa. I quali, naturalmente, si rivolsero per nuovi materiali a Gennaro Vico, allora ancor vivo; ma, causa la dispersione giá ricordata, non poterono avere altro da lui che l’aggiunta e il quadernetto integrativo del primo pezzo. I! Daniele, che (con qualche ragione per taluni brani, a gran torto per altri, quali p. e., la dedica epigrafica al padre Lodovico e il capoverso finale) giudicava quella giunta assai infelice, avrebbe voluto che la si ponesse a profitto soltanto come una serie di appunti, che gli editori avrebbero dovuto rielaborare. Ma il Villarosa, che, morto il Daniele (14 novembre 1S12), restò solo a preparare quell’edizione, segui altro criterio. E, previe inutili ricerche del primissimo autografo (quello del 1725-8), fatte compiere a Venezia da Iacopo Morelli (1S16), ristampò prima di tutto il testo Calogerá, introducendovi correzioni tipografiche e non tipografiche non sempre felici, sostituendo al breve riassunto ivi dato delle recensioni del Ledere il testo integro di queste e la relativa lettera del Vico, e sopprimendo del tutto il Catalogo : indi pubblicò per intero, ma non senza illegittimi ritocchi di forma, la ricordata minuta dell’Aggiunta, alla quale fece seguire una sua continuazione della vita del Vico fino al tempo della morte, e sessantaquattro diffuse annotazioni, due delle quali (la xlvi e la lxiii), se non anche altre, erano state scritte dal Daniele.

Preceduta da tre ristampe materiali (1801, 1811 e 1816) e da una traduzione tedesca (1817), con note, di Guglielmo Ernesto Weber, del testo Calogerá, e seguita da un’altra ristampa materiale di questo (1821), l’edizione Villarosa, inserita nel primo volume degli Opuscoli del Vico (Napoli, xSiS), fini col divenire la Volgata. La ristamparono infatti, introducendovi sempre nuovi