Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/41

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non con altro si regola che con gli essempli, che devono apprendersi con vivezza di fantasia per commuovere, nella quale la fanciullezza è meravigliosa; quindi i fanciulli si devono trattenere nella lezion della storia così favolosa come vera. È ragionevole la età de' fanciulli, ma non ha materia di ragionare: s'addestrino all'arte del buon raziocinio nelle scienze delle misure, che vogliono memoria e fantasia e, insieme insieme, spossan loro la corpolenta facoltà dell'immaginativa, che, robusta, è la madre di tutti i nostri errori e miserie. Nella prima gioventù prevagliono i sensi e ne trascinano la mente pura: si applichino alle fisiche, che portano alla contemplazione dell'universo de' corpi ed han bisogno delle mattematiche per la scienza del sistema mondano. Quindi dalle vaste idee corpolente fisiche e dalle delicate delle linee e de' numeri si dispongano ad intendere l'infinito astratto in metafisica con la scienza dell'ente e dell'uno, nella quale conoscendo i giovani la lor mente, si dispongano a ravvisare il loro animo, e in séguito di eterne verità il vedan corrotto, per potersi disporre ad emendarlo naturalmente con la morale in età che già han fatto alcuna sperienza quanto mal conducano le passioni, le quali sono in fanciullezza violentissime. Ed ove conoscano che naturalmente la morale pagana non basti perché ammansisca e domi la filautia o sia l'amor propio, ed avendo in metafisica sperimentato intender essi più certo l'infinito che il finito, la mente che 'l corpo, Iddio che l'uomo, il quale non sa le guise come esso si muova, come senta, come conosca, si dispongano con l'intelletto umiliato a ricevere la rivelata teologia, in conseguenza di cui discendano alla cristiana morale, e, così purgati, si portino finalmente alla cristiana giurisprudenza.

Fin dal tempo della prima orazione che si è rapportata, e per quella e per tutte l'altre seguenti, e più di tutte per quest'ultima, apertamente si vede che 'l Vico agitava un qualche argomento e nuovo e grande nell'animo, che in un principio unisse egli tutto il sapere umano e divino; ma tutti questi da lui trattati n'eran troppo lontani. Ond'egli godé non aver dato alla luce queste orazioni, perché stimò non doversi gravare di più