Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/75

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L'altra lettera, che giaceva pur alla posta, era del signor conte Gian Artico di Porcìa da noi sopra lodato, che da' 14 dicembre 1727 li aveva così scritto:

«Mi assicura il padre Lodoli (che col signor abate Conti riverisce Vostra Signoria e l'un l'altro l'accertano della stima ben grande che fanno della di lei virtù) che ritroverà chi stampi la di lei ammirabile opera de' Princìpi della Scienza nuova. Se Vostra Signoria volesse aggiungervi qualche cosa, è in pienissima libertà di farlo. Insomma Vostra Signoria ha ora un campo di poter dilatarsi in tal libro, in cui gli uomini scienziati affermano di capire da esso molto più di quello si vede espresso e 'l considerano come capo d'opera. Io me ne congratulo con Vostra Signoria, e l'assicuro che ne ho un piacer infinito, vedendo che finalmente produzioni di spirito del nerbo e del fondo di che sono le sue vengon a qualche ora conosciute, e che ad esse non manca fortuna quando non mancano leggitori di discernimento e di mente.»