Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/76

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A' gentil inviti ed autorevoli conforti di tali e tanti uomini si credette obbligato di acconsentir a cotal ristampa e di scrivervi l'annotazioni ed aggiunte. E dentro il tempo stesso che giugnessero in Venezia le prime risposte del Vico, perché, per la cagion sopra detta, avevano di troppo tardato, il signor abate Antonio Conti, per una particolar affezione inverso del Vico e le sue cose, l'onorò di quest'altra lettera in data de' 10 marzo 1728.

«Scrissi due mesi fa una lettera a Vostra Signoria illustrissima, che le sarà capitata, unita ad un'altra del reverendissimo padre Lodoli. Non avendo veduto alcuna risposta, ardisco d'incomodarla di nuovo, premendomi solamente che Vostra Signoria illustrissima sappia quanto io l'amiro e desidero di profittare de' lumi che Ella abbondantemente sparse nel suo Principio d'una Nuova Scienza. Appena ritornato di Francia, io lo lessi con sommo piacere, e mi riuscirono le scoperte critiche, istoriche e morali non meno nuove che istruttive. Alcuni vogliono intraprendere la ristampa del medesimo libro ed imprimerlo con carattere più commodo ed in forma più acconcia. Il padre Lodoli aveva questo disegno, e mi disse d'averne a Vostra Signoria illustrissima scritto per suplicarla ad aggiungervi altre disertazioni su la stessa materia o illustrazione de' capitoli del libro stesso, se per aventura ne avesse fatte. Il signor conte di Porcìa mandò allo stesso padre Lodoli la Vita che Ella di se stessa compose, e contiene varie erudizioni spettanti al progresso del sistema istorico e critico stabilito negli altri suoi libri. Quest'edizione è molto desiderata, e molti francesi, a' quali ho dato una compendiosa idea del libro istesso, la chiedono con premura.»

Quindi il Vico tanto più si sentì stimolato a scrivere delle note e commenti a quest'opera. E nel tempo che vi travagliava, che durò presso a due anni, prima avvenne che il signor conte di Porcìa, in una occasione la qual non fa qui mestieri narrare, gli scrisse ch'esso voleva stampar un suo Progetto a' signori letterati d'Italia più distinti o per l'opere date alla luce delle stampe o più chiari per rinomea d'erudizione e dottrina, come si è sopra pur detto, di scriver essi le loro Vite letterarie sopra una tal sua idea con la quale se ne promuovesse un altro